La Triennale Europea dell’Incisione, costituita nel 1981 da Giuseppe Zigaina con l’intento di valorizzare il linguaggio dell’incisione, ha in corso un progetto finalizzato alla valorizzazione delle collezioni di grafica dei Musei regionali, dove si conserva un patrimonio molto ricco e solo parzialmente esposto o conosciuto. Tappa d’obbligo di questa sistematica campagna di studio, che si accompagna a nuove schedature e pubblicazioni dedicate, è il Gabinetto disegni e stampe dei Musei di Udine da cui proviene la selezione di opere qui esposte, a illustrare la fortuna della tecnica litografica che permise una più ampia tiratura e costi minori rispetto alla calcografia. Diffusasi lungo l’Ottocento, la litografia in Friuli ha raggiunto notevoli livelli qualitativi, e vi si cimentarono i giovani artisti friulani di età romantica come Politi, Grigoletti, Darif, Giuseppini. Tra i primi paesaggisti a praticarla fu l’udinese Ascanio Savorgnan di Brazzà, seguito da Antonio Pontini, a cui si deve la sistematica ricognizione del territorio friulano. Fu il libraio Luigi Berletti nel 1840 a introdurre per primo a Udine e in Friuli la tecnica litografica facilitando la diffusione del libro e del giornale illustrato e alla sua iniziativa si deve l’Album pittorico del Friuli (1841-1843), una delle più raffinate raccolte litografiche del tempo. La gloriosa stagione udinese della litografia venne continuata, dal 1871, da Enrico Passero per il quale operarono importanti disegnatori dando vita a una serie di volumi illustrati, manifesti e anche spartiti musicali, produzione rilanciata dal 1911 da Giuseppe Chiesa la cui attività litografica in funzione pubblicitaria ha dato un importante contributo alla storia del manifesto italiano.